Programma 500 giovani per la cultura
Percorsi su Catalogo generale dei beni culturali
Eredità della scultura bistolfiana nei Monumenti ai Caduti Il percorso tematico ha per oggetto la scultura bistolfiana e la sua influenza sul territorio piemontese. Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 1859 - La Loggia, 1933) è stato uno dei più importanti scultori italiani attivo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento |
La figura della donna nei monumenti ai caduti della Grande Guerra Accanto alla tradizionale presenza del soldato nei monumenti ai caduti, la cui iconografia è già oggetto di un percorso tematico specifico su questo sito, si nota in essi una consistente presenza della figura femminile. Continua a leggere |
Il recupero dei modelli classici nei monumenti ai caduti della I Guerra Mondiale: iconografia della Vittoria alata - La Vittoria su globo Un numero considerevole di lapidi e monumenti ai caduti della Prima Guerra Mondiale presentano all’interno del proprio apparato iconografico almeno un’immagine di Vittoria alata: ad oggi se ne possono contare 476 esempi tra sculture, rilievi, mosaici e incisioni relativi ai monumenti schedati sul Sistema Informativo Generale del Catalogo. |
Ferro alla Patria! Le trasformazioni dei monumenti ai caduti dagli anni Trenta ad oggi Molti monumenti e lapidi piemontesi dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale sono stati oggetto di importanti modifiche, rimozioni, ricollocamenti e integrazioni. |
Il Fante vittorioso di Aurelio Mistruzzi. Origine e diffusione di un'iconografia Aurelio Mistruzzi, nato a Villaorba di Basiliano nel 1880, si distingue come scultore e medaglista tra gli artisti italiani della prima metà del Novecento. Inizialmente intraprende studi classici, che non conclude, per conseguire nel 1900 il diploma di perito agronomo. Ma le sue vere inclinazioni sono altre. |
Il recupero dei modelli classici nei monumenti ai caduti della I Guerra Mondiale: l’iconografia della Vittoria alata. Al termine della Prima Guerra Mondiale, un conflitto lungo e sanguinoso senza precedenti, gli Italiani avevano bisogno di essere rassicurati: le perdite umane e materiali, le cicatrici di un orrore che avrebbe segnato per sempre la società del tempo, andavano giustificate agli occhi di un popolo stanco e sfiduciato. Continua a leggere |
La maternità come allegoria dell'Offerta o Madrepatria Una analisi estesa ed accurata condotta sui monumenti che l’Umbria dedica ai caduti della grande guerra ne esamina anche il messaggio iconografico che risulta articolato in due grandi filoni: quello centrale e corrente del tema celebrativo spesso glorificato dalla allegoria e quello più raro ma non secondario che mostra l’aspetto reale e socialmente impegnato come diretto risvolto generato dalla fase bellica. |
Monumenti di 'posizione': esempi di collocazione nelle città di Siena, Arezzo e Grosseto La Prima Guerra Mondiale definita, 'guerra di posizione' per la numerosità degli scontri avvenuti in trincea, ovvero una forma di guerra in cui due schieramenti militari contrapposti si fronteggiano appostati in fortificazioni statiche scavate in una rete di fossati e gallerie sotterranee, fu a tutti gli effetti una guerra lenta, di controllo del confine territoriale dove la posizione svolgeva una funzione tattica. |
Alfonso Borghesani: un protagonista dei monumenti ai caduti della Grande Guerra nel bolognese Lo scultore Alfonso Borghesani (1882-1964), nativo di Crevalcore, ma stabilmente domiciliato a Bologna (nel 1922 il suo indirizzo risulta essere via Mazzini 80), fu una figura centrale nella realizzazione dei monumenti ai caduti della Grande Guerra nel territorio bolognese. |
Dalla medaglia alla scultura: la tradizione commemorativa nell'arte di Aurelio Mistruzzi Nell’immediato dopoguerra iniziò a svilupparsi spontaneamente il culto dei caduti, trasformandosi repentinamente in un movimento artistico che coinvolse scultori, professionisti ma anche dilettanti la cui attività divenne sinonimo di partecipazione a concorsi banditi da comuni o comitati dediti a celebrare il ricordo degli Eroi caduti nella Grande Guerra. |
I "fanti contadini" di Mario Sarto Lo scultore ferrarese Mario Sarto (Codigoro 1885 – Bologna 1955) iniziò la propria attività lavorando come direttore artistico presso il laboratorio di scultura “Davide Venturi” di Bologna, prima di aprire un proprio studio che aveva sede in via della Certosa 8 a Bologna e realizzava prevalentemente opere funerarie per l’attiguo cimitero cittadino. |
Giuseppe Graziosi, un artista tra Modena, Bologna e Reggio Emilia Giuseppe Graziosi (Savignano sul Panaro 1879 – Firenze 1942) fu pittore, incisore e scultore. Noto soprattutto per aver realizzato il monumento equestre a Benito Mussolini - collocato presso lo stadio Littoriale di Bologna e distrutto nel secondo dopoguerra – Graziosi è considerato uno dei pochi artisti modenesi del XX secolo che abbiano avuto un rilievo nazionale. |
Lo spazio urbano della memoria La memoria passa anche attraverso il territorio: al termine di un conflitto mondiale molteplici sono le ferite al tessuto urbano e diffusa è la voglia di ricominciare. Alla ricostruzione funzionale si affiancano nuove costruzioni commemorative, volte a ricordare impegnati nella causa bellica. |
Cappelle votive ai caduti nella Grande Guerra del territorio umbro Gli anni successivi alla fine della Prima guerra mondiale videro fiorire una grande quantità di monumenti e lapidi in ricordo dei soldati deceduti nel conflitto; una particolare forma di commemorazione si concretizzò nella realizzazione di strutture edilizie come cappelle votive ed edicole, costruite ex novo o sfruttando edifici preesistenti. |
La figura del soldato L’orrore della guerra condotta per la prima volta con le enormi possibilità tecnologiche date dallo sviluppo industriale si concretizza nello sterminio di massa di eserciti succubi di mezzi e armi che determinano una radicale trasformazione delle tradizionali strategie di combattimento. |
Censimento dei monumenti ai caduti della prima guerra mondiale “Gli uomini muoiono veramente e non più uno alla volta, ma in gran numero, spesso a decine di migliaia in un solo giorno” Con queste parole S. Freud, nella conferenza Wir und der Tod che tiene nel febbraio del 1915 ai ‘confratelli’ della Società Umanitaria Israelitica “Wien”, sintetizza l’orrore sperimentato sui campi di battaglia e nelle trincee della Prima Guerra Mondiale. |
L'iconografia del soldato: la figura del fante-contadino All'indomani della fine del primo confitto mondiale, sull'intero territorio nazionale si cominciarono a progettare monumenti che celebrassero la vittoria ma anche e, soprattutto, la memoria dei Caduti. |