Gabinetto Fotografico Nazionale
Archivio GFN
L’ Archivio del Gabinetto Fotografico , è il nucleo fondante delle raccolte GFN frutto dell’attività di documentazione fotografica del patrimonio culturale attuata con fini di catalogazione e tutela, a partire dal 1895 e mai interrotta fino a oggi.
Queste campagne, realizzate dai fotografi interni del Gabinetto, hanno portato alla costituzione di un archivio di circa 320.000 fototipi, tra negativi e positivi. Si va dai primi negativi alla gelatina su vetro a quelli su pellicola, dalle stampe al bromuro d’argento alle immagini digitali (prodotte a partire dal 2005).
Agli inizi del ‘900 la documentazione dell’opera d’arte costituiva per i tecnici del GFN una sfida: i limiti imposti dalla tecnologia del tempo, le difficoltà di resa dei valori pittorici, la complicata (se non impossibile) movimentazione delle opere, l’illuminazione, si sommavano alla difficile raggiungibilità dei luoghi e alle spesso scomode condizioni di ripresa.
La ripresa in grande formato (40x50 e 30x40) che garantiva una maggior resa dei dettagli e veniva stampato esclusivamente a contatto, venne abbandonata da Gargiolli a favore di lastre negative più maneggevoli e trasportabili: 24x30 e 18x24.
Le campagne fotografiche di inizio ‘900 venivano realizzate con un doppio formato, il 18x24 e il 13x18 (e, dopo il 1913 anche in 10x15). Un uso rimasto costante nel tempo, fino all’avvento del digitale in epoca contemporanea.
I negativi usati da Gargiolli erano quelli in commercio all’epoca: lastre alla gelatina al bromuro d’argento sia di media che di elevata rapidità, lastre ortocromatiche (che proprio in quegli anni stavano avendo un’evoluzione) e lastre con strato antialo. Per le riprese di dipinti e affreschi erano utilizzati i negativi ortocromatici, che erano in grado di restituire una gamma di grigi adeguata. Di norma le stampe non subivano trattamenti di finitura particolari, solamente in occasione di mostre si operavano ritocchi, viraggi o intonazioni di colore.
La cura dei particolari rimase inalterata anche con i successivi direttori del GFN. Attualmente i fotografi del GFN utilizzano il digitale ma non hanno dismesso totalmente le camere oscure per consentire la stampa analogica.