L'Arte della navigazione con vela latina e vela al terzo

L'Arte della navigazione con vela latina e vela al terzo è una pratica marittima tradizionale che si è sviluppata nel Mediterraneo nel corso dei secoli, tramandando un insieme complesso di tecniche, conoscenze e valori culturali profondamente radicati nella storia della navigazione. Questo patrimonio immateriale comprende la costruzione, il governo e la manutenzione delle imbarcazioni, nonché l’interpretazione delle condizioni ambientali, la gestione delle manovre e l’applicazione di saperi artigianali legati alla realizzazione di vele e attrezzature.

La vela latina, caratterizzata dalla sua forma triangolare e dall’uso di un’antenna inclinata, è una delle più antiche e versatili configurazioni veliche del Mediterraneo. Essa permette un'ottima efficienza aerodinamica e una notevole capacità di risalire il vento attraverso il bordeggio. La vela al terzo, tipica dell’Adriatico settentrionale, si distingue per la sua forma trapezoidale e la disposizione del pennone superiore a circa un terzo della lunghezza dell’albero. Entrambe le tipologie di vela sono strettamente legate alla cultura marinara delle comunità costiere e rappresentano un simbolo dell’identità e della tradizione nautica mediterranea.

L’arte della navigazione con questi sistemi velici richiede una profonda conoscenza delle tecniche di manovra, che variano in base alla direzione e all’intensità del vento. Il navigante deve saper regolare l’assetto della vela, interpretare i mutamenti meteorologici, comprendere la morfologia costiera e le caratteristiche dei fondali. La pratica della navigazione si avvale anche di specifiche competenze artigianali: dalla costruzione delle imbarcazioni in legno alla realizzazione e manutenzione delle vele, che spesso sono tinte con colori naturali per aumentarne la durabilità e la visibilità in mare.

Accanto agli aspetti tecnici, la navigazione con vela latina e vela al terzo è arricchita da una dimensione rituale e comunitaria. Molte imbarcazioni tradizionali sono decorate con simboli religiosi o apotropaici, come occhi dipinti a prua o ex voto dedicati a santi protettori dei marinai. Le tecniche e le consuetudini di questa pratica nautica sono trasmesse per lo più oralmente e attraverso l’esperienza diretta, spesso nel contesto di regate, raduni e iniziative culturali che rafforzano il senso di appartenenza dei praticanti e promuovono la conservazione di questo patrimonio.

L’elemento è riconosciuto come patrimonio culturale immateriale grazie al ruolo centrale che ha nelle comunità costiere italiane. Queste ultime, costituite da gruppi di appassionati, associazioni e istituzioni museali, operano per la conservazione e la trasmissione della pratica. La comunità dei praticanti è attiva lungo le coste tirreniche e adriatiche, nelle isole e anche in alcuni specchi d’acqua interni, con una particolare concentrazione nelle lagune venete e sulla costa romagnola per la vela al terzo.

La trasmissione delle conoscenze avviene prevalentemente in modo non formalizzato, attraverso la pratica sul campo e l’affiancamento ai navigatori esperti. Eventi come regate storiche, raduni e manifestazioni culturali non solo rafforzano l’identità e il senso di appartenenza dei praticanti, ma consentono anche di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di questa eredità marittima. Musei, università e istituzioni culturali supportano le comunità nella ricerca, nella documentazione e nella promozione dell’elemento, contribuendo a garantirne la vitalità e la continuità. Grazie alla sinergia tra appassionati, istituzioni culturali e realtà associative, la vela latina e la vela al terzo continuano a rappresentare un’importante espressione del patrimonio marittimo italiano e mediterraneo, unendo innovazione e tradizione nella salvaguardia di un sapere secolare.

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